Recentemente lo studio elettrofisiologico transesofageo (SET) si sta affermando come metodica efficace anche in età pediatrica per lo screening e la valutazione dei pazienti (pz) con sospetta o documentata aritmia. Riportiamo l'esperienza condotta negli ultimi tre anni presso il nostro centro in un gruppo di pz sottoposti a valutazione cardiologica per la concessione di idoneità sportiva.
Materiali e metodi. Abbiamo sottoposto dal maggio 1994 al marzo 1997 a SET 26 pazienti (pz) (18 m, 9 f), età media 15 anni (range 8-24); fra questi 20 svolgevano attività sportiva non agonistica, 6 attività sportiva agonistica. Nessun pz presentava cardiopatie associate. Sedici pz (61.5%) presentavano preeccitazione ventricolare (fra i quali 8 erano sintomatici per tachiaritmie), 4 avevano documentata una tachicardia parossistica a complessi stretti, in un caso era presente una fibrillazione atriale (F.A.), in 5 pz lo SET è stato effettuato a scopo diagnostico per sospette tachiaritmie parossistiche. Tre pz erano in terapia farmacologica stabile (1 con propafenone, 2 con flecainide) ed uno in terapia al bisogno con flecainide. In 4 pz è stato eseguito anche lo SET durante sforzo.
Risultati. Fra i pz con preeccitazione ventricolare, in 10 (62.5%) è stata indotta F.A., in 5 dei quali erano presenti criteri di elevato rischio aritmico (4 hanno successivamente eseguito studio endocavitario). Sono stati diagnosticati 3 casi (11.5%) di tachicardia parossistica da rientro intranodale tipo slow-fast. Nel pz con F.A. non è stata evidenziata presenza di vie anomale. In 6 pz (23%) non è stato possibile indurre alcun tipo di aritmie. In un pz con SET basale negativo è stata indotta una tachicardia intranodale tipo slow-fast sotto sforzo. In 2 pz lo studio è stato interrotto per scarsa tollerabilità. Alla fine a 21 pz (80%) è stata conferita idoneità all'attività sportiva, in 16 dei quali erano state riprodotte aritmie allo SET. Tre dei pz giudicati non idonei hanno effettuato con successo l'ablazione con radiofrequenza del fascio anomalo, per cui è stato possibile conferire loro l'idoneità alla pratica sportiva in un secondo tempo.
Conclusioni. Lo SET si conferma una metodica utile,
poco invasiva e ben tollerata anche in età pediatrica. Nella sindrome
da preeccitazione ventricolare ha consentito uno screening dei pz a rischio,
ponendo indicazioni alla terapia ablativa, ha fornito una diagnosi esatta
in caso di tachiaritmie con meccanismo non documentato ed infine ha permesso
di conferire l'idoneità sportiva ad una percentuale elevata di pazienti
con aritmie ripetitive.