RISULTATI A LUNGO TERMINE DOPO CORREZIONE DEI DIFETTI INTERATRIALI TIPO SENO VENOSO
R. Pessotto, GB Luciani, F. Santini, L. Rossetti*. S. Salvagno, L. Rossi*, M.A. Prioli*, G. Consolaro**, A. Mazzucco
Istituto di Cardiochirurgia, Cardiologia (*)

La correzione chirurgica del difetto interatriale tipo seno venoso sembra essere associata ad una maggiore incidenza di aritmie sopraventricolari. Al fine di valutare tale problematica abbiamo analizzato i risultati a distanza di 58 pazienti sottoposti ad intervento per difetto interatriale tipo seno venoso dal 9/74 al 12/96. Venti pz, 12 maschi e 8 femmine, sono stati operati entro i 16 anni di vita (G1= età media 8 anni; range 1-16 anni), mentre 38 pazienti sono stati operati in età adulta (G2= età media 45 anni; range 16-74 anni). In tutti i casi il difetto è stato corretto in circolazione extracorporea mediante atriotomia destra, ridirezionando il drenaggio polmonare anomalo in atrio sinistro attraverso la comunicazione interatriale con un patch di pericardio autologo. Non si sono verificati decessi perioperatori. Il follow-up medio è stato di 8,5 anni (range, 6 mesi - 22,6 anni) in G1 e 11,6 anni (range 6 mesi- 21,4 anni) in G2. Si sono verificati 2 decessi a distanza per cause non cardiache (neoplasie), entrambe nel gruppo G2. Tutti i pz del gruppo G1 risultano asintomatici e l’esame ecocardiografico non ha documentato ostruzioni al ritorno venoso cavale superiore nè shunt residui. L’ECG dinamico secondo Holter ha riscontrato in un caso la presenza di aritmie atriali tipo wandering pace-maker. Ventuno pz (58%) del gruppo G2 sono completamente asintomatici. Sei pz (16%) hanno richiesto l’impianto di un pace-maker permanente, 4 (12%) sono affetti da fibrillazione atriale cronica ed altri 5 (14%) risultano affetti da aritmie sopraventricolari al monitoraggio Holter. In nessun caso si sono riscontrate stenosi della vena cava superiore o shunt residui.

La correzione chirurgica dei difetti interatriali tipo seno venoso appare offrire ottimi risultati a distanza in termini di libertà da reintervento per shunt residui od ostruzione al ritorno venoso cavale superiore. L’incidenza di aritmie appare significativa nei pazienti operati in età adulta. L’intervento in epoca pediatrica offre migliori risultati in termini di libertà da aritmie sopraventricolari.



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