L'INFERMIERA DI CARDIOLOGIA PEDIATRICA A CONFRONTO
CON UNA NUOVA REALTA: PICCOLI PAZIENTI CON DIFFERENTI LINGUE, CULTURE,
RELIGIONI, ABITUDINI DI VITA.
T. Giannoni, J. Cortopassi, R. Rappelli, G. Tateo, G.
Kraft
Cardiologia Pediatrica Ospedale Pediatrico Apuano Massa
Istituto di Fisiologia Clinica del CNR, Pisa
Tutte noi lavoriamo nel settore di esami strumentali
non invasivi di un Reparto di Cardiologia Pediatrica di III livello. Questo
fa si che i nostri pazienti giungano da ogni parte di Italia, per cui ormai
da anni, siamo stati abituate a confrontarci con diverse realtà
culturali e sociali. Dal 1993 abbiamo iniziato a ricoverare anche bambini
stranieri, in particolare nati al di fuori della Comunità Europea.
Da allora e fino al 1997, la percentuale di ricovero dei bambini extracomunitari
è progressivamente aumentata come riportato nella seguente tabella:
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Anno 1993: 27/538 pz (5%)
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Anno 1994: 32/528 pz (6%)
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Anno 1995: 41/580 pz (7%)
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Anno 1996: 55/687 pz (8%)
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I trimestre 1997: 34/195 pz (17%)
E' evidente che modificandosi l'utenza per lingua, cultura,
religione, abitudini alimentari, stile di vita, ecc., il nostro modo di
lavorare si sia adeguato. Il primo problema è stato quello della
comunicazione. Buona parte delle persone che sono giunte da noi, oltre
alla propria lingua nazionale, parlavano il francese o l'inglese. E' stato
possibile comunicare adeguatamente, grazie al lavoro di infermieri qualificati
con buona conoscenza delle lingue e con un grosso aiuto da parte di associazioni
di volontariato. Da qui la necessità sempre più pressante
per gli infermieri professionali di conoscere bene almeno una lingua straniera.
Il fatto di poter comunicare bene con i genitori o accompagnatori del bambino
ha permesso di creare un clima sereno di fiducia e collaborazione. Osservando
come i bambini appartenenti a gruppi etnici diversi comunicassero tra loro
senza difficoltà nel gioco, abbiamo cercato di sfruttare questa
loro incredibile capacità, al fine di riuscire ad eseguire gli esami
cardiologici come parte dell'attività ludica, realizzando così
un sistema di comunicazione di gruppo.
Lo stesso approccio è stato adottato, con buoni
risultati, dal personale del Reparto Degenza nell'affrontare i problemi
dell'alimentazione e delle abitudini di vita.
Riteniamo quindi, a fronte di questa esperienza, che sia
necessaria una crescita di tutto il personale infermieristico per essere
preparati ad una utenza multietnica sempre crescente.
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