CASISTICA Dal Luglio 1992 ad Aprile 1997
16 pazienti sotto i 2 anni di vita hanno ricevuto un intervento di Glenn
bidirezionale. L’età oscillava tra 3 e 24 mesi ed il peso tra 3,400
e 12 Kg. Le patologie da cui erano affetti i pazienti erano: atresia polmonare
a setto intatto (4 pz.), atresia della tricuspide (3 pz.), cuore univentricolare
(5 pz.), situs ambiguus con ostruzione all’efflusso polmonare (4 pz.).
Precedenti procedure erano state: shunt di Blalock modificato (10 pz.),
bendaggio polmonare + decoartectomia (2 pz.), bendaggio polmonare (1 pz.).
In associazione con la Glenn è stata effettuata una "plastica" polmonare
in 2 casi; una settostomia interatriale in 5 casi (2 dei quali hanno ricevuto
anche l’avulsione della tricuspide), un intervento di Damus Kay in 2 casi.
TECNICA CHIRURGICA In
9 casi l’intervento è stato effettuato in normotermia a cuore battente,
e con monocannula in atrio destro e vent in vena anonima. Nei 7 casi che
hanno richiesto l’apertura delle cavità cardiache è stato
associato un arresto cardioplegico in ipotermia moderata; quando presente
lo shunt è stato sezionato. Nei casi in cui esisteva un flusso polmonare
anterogrado esso è stato lasciato. Il piede della anastomosi cavopolmonare
è sempre stato allargato con un patch di pericardio bovino. In 2
casi è stata legata una vena cava superiore ipoplasica. Tutti i
pazienti sono stati trattati post-operatoriamente con Aspirina.
RISULTATI La mortalità operatoria
(3 casi) è stata legata ad emorragia cerebrale, a broncopolmonite
micotica, ed a bassa gittata (un paziente portatore di 2 shunt). Tutti
i pazienti sopravvissuti hanno avuto un decorso post-operatorio estremamente
regolare. Il follow up da 1 a 36 mesi è privo di complicanze.
CONCLUSIONI Questa esperienza conferma
le seguenti acquisizioni:
1) La Glenn bidirezionale è procedura a relativo
basso rischio sopra i 3 mesi di vita.
2) Nei casi precedentemente shuntati l’intervento deve
essere precoce per prevenire la disfunzione del ventricolo sistemico.
3) Il by pass cardiopolmonare normotermico o moderatamente
ipotermico rende il decorso post-operatorio estremamente regolare.