L’INTERVENTO DI SWITCH ARTERIOSO: UN’ESPERIENZA INIZIALE
Seberich, S. Longo, F. Ferrero*, M. Maresca*, G. Barattia, G. Ciriotti, P. Abbruzzese.
 Dipartimento di Cardiologia e Cardiochirurgia e *Servizio di Anestesia e Rianimazione, Ospedale Infantile Regina Margherita, Torino.

L’esperienza iniziale di 5 switch arteriosi eseguiti in altrettanti neonati con TGA semplice in un centro recentemente ricostituito viene riportata per evidenziare gli accorgimenti che hanno reso possibile la limitazione degli effetti deleteri della curva di apprendimento.

Un rigido protocollo preoperatorio comprendente il ricovero in rianimazione l’esecuzione di un Rashkind tutti i casi e l’utilizzazione di PGE se necessarie, ha permesso di ottenere la stabilizzazione dei pazienti e l’esecuzione elettiva degli interventi. La conduzione intraoperatoria si è basata su una protezione miocardica ottenuta con ipotermia profonda a 15° C, raggiunta a cuore battente a dosi ripetute di cardioplegia cristalloide e ha consentito i tempi di ischemia molto lunghi necessari per una corretta ricollocazione coronarica. In tutti i casi si sono seguiti criteri codificati di reimpianto coronarico, utilizzando sempre "trapdoors" e mobilizzazione minima dei vasi. Nell’unico caso di tre assi coronarici ad emergenza comune, il reimpianto è stato effettuato in sede molto alta senza tecniche particolari. La ricostruzione polmonare è stata eseguita con patch unico di pericardio. L’utilizzo di sangue freschissimo, la chiusura dilazionata dello sterno e l’impiego di "mini"dialisi peritoneale nel postoperatorio hanno contribuito a nostro parere al buon risultato in tutti i casi. A distanza di 3-10 mesi dall’intervento i 5 pazienti mostrano ottima crescita ed un buon risultato ecocardiografico ad eccezione di un caso di stenosi polmonare moderata.



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