L'incidenza del dotto arterioso pervio (PDA) è inversamente correlata con l'età gestazionale e nel pretermine di basso peso raggiunge valori del 60-70 %.
Un PDA significativo aumenta il rischio di emorragia intracranica, enterocolite necrotizzante, displasia broncopolmonare e morte. Il trattamento tradizionale con indometacina mostra purtroppo frequenti effetti collaterali sul circolo cerebrale, mesenterico e sulla funzionalità renale. Lo scopo di questo lavoro è di valutare l'efficacia e i possibili effetti collaterali sul circolo cerebrale e renale di un farmaco di recente utilizzazione, l'ibuprofen, per la chiusura del PDA del pretermine.
Metodo: abbiamo studiato 39 prematuri con EG media di 30,2 settimane (range, 25-36) e con peso medio di 1395 g (range, 470-2720), nati nel periodo compreso fra gennaio 96 e marzo 97 nella nostra Unità di Terapia Intensiva Neonatale. Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad esame ecocardiografico entro le prime 24 ore di vita che ha documentato la presenza di PDA. In 15 dei 39 pazienti sono stati studiati, con Eco Color Doppler, i flussi cerebrale e renale, prima e dopo la somministrazione di ibuprofen ( 10 mg/Kg ev seguito da 5 mg/Kg dopo 24 e 48 ore). L 'ecocardiografia è stata ripetuta alla fine del ciclo di trattamento e al 7° e 21° giorno di vita.
Risultati: in 37/39 si è ottenuta la chiusura farmacologica del dotto arterioso; in 29 casi è stato sufficiente un solo ciclo di ibuprofen mentre per 8 pazienti sono stati necessari due cicli; in questi ultimi il dotto si era comunque già parzialmente chiuso dopo il primo ciclo. Due pazienti sono stati sottoposti a legatura chirurgica. Nessuno dei neonati trattati ha avuto modificazioni statisticamente significative del flusso cerebrale e renale prima e dopo trattamento. La creatininemia e la diuresi si sono mantenute nei limiti della norma.
Conclusioni: questi dati preliminari dimostrano che l'ibuprofen
è altamente efficace nella profilassi e terapia del PDA del pretermine;
tale farmaco risulta anche apparentemente privo di significativi effetti
collaterali e ciò sembra renderlo preferibile all'uso dell'indometacina.
Tali risultati dovranno essere confermati da altri studi e , a questo scopo,
la nostra U.O. ha organizzato un trial multicentrico randomizzato.