IMPRESCINDIBILITA’ DI UN APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE NELLA DIAGNOSI ECOCARDIOGRAFICA PRENATALE DELLE CARDIOPATIE CONGENITE
M.G.Russo, D.Paladini*, G.Pacileo, T.Morra*, S.Palmieri*, F.Zingale, M.C.Lombari, R.Calabrò
Cardiologia Pediatrica - Seconda Università - Ospedale V.Monaldi - Napoli *Unità di Cardiologia Fetale - Istituto di Ginecologia ed Ostetricia - Università Federico II di Napoli

L’ecocardiografia fetale rappresenta una tecnica di frontiera tra medicina perinatale e cardiologia pediatrica. Scopo di questo lavoro è di valutare i vantaggi di un tale tipo di cooperazione emersi nel corso degli ultimi 3 anni presso il centro di riferimento regionale campano per le cardiopatie congenite (CC) fetali.

METODO. Tutti i dati riferiti alle pazienti inviate al nostro centro dal gennaio 1994 a tutt’oggi e conservati in un database, sono stati rivalutati soprattutto in riferimento a variabili nel management perinatale ed alle indicazioni all’esame, che riflettono il bacino di utenza. RISULTATI. Nel triennio in esame sono state effettuate 1731 ecocardiografie fetali in seduta congiunta presso la sede di Cardiologia Pediatrica (700) o presso l’istituto di Ginecologia (1031). Le indicazioni all’esame differivano nei due centri, essendo rappresentate da: familiarità (28%) e sospetto di CC (42%) nel primo caso e malformazioni extracardiache (17.3%) e sospetto di CC (16.8) nel secondo. Pz con diabete, esposizione a possibili teratogeni nel I trimestre e ritardo dell’accrescimento intra-uterino venivano esaminate quasi esclusivamente presso la sede ostetrico-ginecologica. Nel periodo in esame sono stati diagnosticati 175 casi di CC fetale con il seguente outcome: 7 (4%) persi al follow-up, 10 (5.72%) gravidanze in corso, 67 (36.2%) interruzioni di gravidanza (in 43 casi erano presenti malformazioni extracardiache o cromosomopatie), 9 (5.1%) morti intrauterine, 35 (20.5%) morti neonatali e 47 (26.3%) attualmente vivi. Vi sono stati 45 parti spontanei e 37 tagli cesarei. Degli 82 nati vivi i 22 che presentavano una o più malformazioni extracardiache o cromosomopatie (esclusa la trisomia 21) sono tutti deceduti. Dei restanti 60 neonati con CC isolate o associate a trisomia 21, 8 presentavano cuore sinistro ipoplasico (tutti deceduti nel I mese di vita), 19 CC dotto-dipendenti (5 deceduti dopo chirurgia), 27 presentavano cardiopatie che non richiedevano emergenza neonatale e 6 erano affetti da trasposizione dei grossi vasi (4 trattati con successo, 2 persi al follow-up). Nell’ultimo anno la quasi totalità dei parti sono stati effettuati presso l’istituto di Ginecologia e tutti i neonati con CC ad emergenza neonatale sono stati ricoverati presso l’ospedale Monaldi entro 4 ore dopo la nascita. CONCLUSIONI. L’approccio combinato Perinatologo-Cardiologo Pediatra alle CC fetali si dimostra decisamente superiore all’approccio monodisciplinare in quanto permette di: 1) drenare in modo omogeneo tutte le pazienti a rischio specifico di CC fetale; 2) ridurre significativamente il numero di tagli cesarei grazie alla garanzia offerta dalla presenza del team specialistico; 3) ridurre i tempi di trasporto del neonato critico affetto da CC allertando in tempo utile l’equipe cardiologica e cardiochirurgica per i casi che necessitano di terapia immediata ; 4) ottimizzare il lavoro del neonatologo nella gestione del neonato cardiopatico.



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