ANEURISMA CONGENITO VENTRICOLARE SINISTRO: DIAGNOSI ED EVOLUZIONE CLINICA.
C. Iacono, D. Paladini*, F. de Leva, M.C. Lombari, S. Palumbo**, R. Tozzi**, R. Calabrò
Cardiologia Pediatrica - Seconda Università - Ospedale V.Monaldi *Unità di Cardiologia Fetale - Istituto di Ginecologia ed Ostetricia - Università Federico II di Napoli **Cardiochirurgica Pediatrica-Seconda Università - Ospedale V.Monaldi-Napoli

L’aneurisma congenito del ventricolo sinistro (ACVS) rappresenta una patologia estremamente rara. Riportiamo un caso di ACVS diagnosticato ecocardiograficamente in epoca fetale.
In una donna primipara di 38 anni, 32^ settimana di gestazione, giunta alla nostra osservazione per aritmia fetale, all’esame ecocardiografico fu rilevata un’importante dilatazione aneurismatica interessante la porzione apicale del setto e della parete antero-laterale del ventricolo sinistro. Il feto, in tale epoca, aveva una crescita appropriata per l’ età gestazionale. Alla nascita, l’esame obiettivo rilevava compenso emodinamico e assenza di cianosi, l’ ECG bigeminismo ventricolare (regredito spontaneamente dopo la prima settimana di vita) e onde Q profonde con sopraslivellamento del tratto ST in D1, D2, AVF, V4-V6. L’ ecocardiogramma 2D-color Doppler confermava la diagnosi prenatale di ampia formazione aneurismatica dell’ apice ventricolare sinistro, a-discinetica e con pareti assottigliate; si rilevava, inoltre, normale calibro, origine e decorso del tratto prossimale delle arterie coronarie. Gli esami emato-chimici rilevavano elevati valori degli enzimi cardiaci (CK-MB,LDH, GOT), normalizzatisi poi in 10a giornata, e la presenza di anticorpi anti HCV. In 12 giornata veniva praticato un cateterismo cardiaco che evidenziava: presenza di ampio aneurisma del ventricolo sinistro, normale origine, dimensione e distribuzione delle arterie coronariche; normale anatomia e distribuzione delle arterie polmonari periferiche. Il piccolo è stato dimesso a 1 mese di vita in compenso emodinamico e terapia con diuretici, ace-inibitori e antiaggreganti piastrinici, con il programma di controlli cardiologici ravvicinati nel tempo.

CONCLUSIONI: L’ ecocardiografia fetale ha permesso una diagnosi precoce di ACVS confermata poi all’ esame post natale. Pertanto, il cateterismo cardiaco trova indicazione per escludere precocemente anomalie coronariche. Tuttavia, nel nostro caso, nonostante l’assenza di alterazioni dei grossi vasi coronarici il quadro elettrocardiografico ed enzimatico compatibile con quello di una necrosi miocardica non ci permette di escludere una patologia del microcircolo coronarico. Un trattamento conservativo con frequenti controlli clinici ed ecocardiografici e profilassi antitrombotica è giustificato dallo stato di compenso del neonato e dall’ assenza di complicanze (aritmie, trombosi, scompenso). Viceversa riteniamo che un intervento chirurgico potrebbe essere indicato in presenza di significativa sintomatologia clinica (scompenso, aritmie ventricolari non controllabili terapeuticamente).



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