L’aneurisma congenito del ventricolo sinistro (ACVS) rappresenta
una patologia estremamente rara. Riportiamo un caso di ACVS diagnosticato
ecocardiograficamente in epoca fetale.
In una donna primipara di 38 anni, 32^ settimana di gestazione,
giunta alla nostra osservazione per aritmia fetale, all’esame ecocardiografico
fu rilevata un’importante dilatazione aneurismatica interessante la porzione
apicale del setto e della parete antero-laterale del ventricolo sinistro.
Il feto, in tale epoca, aveva una crescita appropriata per l’ età
gestazionale. Alla nascita, l’esame obiettivo rilevava compenso emodinamico
e assenza di cianosi, l’ ECG bigeminismo ventricolare (regredito spontaneamente
dopo la prima settimana di vita) e onde Q profonde con sopraslivellamento
del tratto ST in D1, D2, AVF, V4-V6. L’ ecocardiogramma 2D-color Doppler
confermava la diagnosi prenatale di ampia formazione aneurismatica dell’
apice ventricolare sinistro, a-discinetica e con pareti assottigliate;
si rilevava, inoltre, normale calibro, origine e decorso del tratto prossimale
delle arterie coronarie. Gli esami emato-chimici rilevavano elevati valori
degli enzimi cardiaci (CK-MB,LDH, GOT), normalizzatisi poi in 10a
giornata, e la presenza di anticorpi anti HCV. In 12 giornata veniva praticato
un cateterismo cardiaco che evidenziava: presenza di ampio aneurisma del
ventricolo sinistro, normale origine, dimensione e distribuzione delle
arterie coronariche; normale anatomia e distribuzione delle arterie polmonari
periferiche. Il piccolo è stato dimesso a 1 mese di vita in compenso
emodinamico e terapia con diuretici, ace-inibitori e antiaggreganti piastrinici,
con il programma di controlli cardiologici ravvicinati nel tempo.
CONCLUSIONI: L’ ecocardiografia fetale ha permesso una
diagnosi precoce di ACVS confermata poi all’ esame post natale. Pertanto,
il cateterismo cardiaco trova indicazione per escludere precocemente anomalie
coronariche. Tuttavia, nel nostro caso, nonostante l’assenza di alterazioni
dei grossi vasi coronarici il quadro elettrocardiografico ed enzimatico
compatibile con quello di una necrosi miocardica non ci permette di escludere
una patologia del microcircolo coronarico. Un trattamento conservativo
con frequenti controlli clinici ed ecocardiografici e profilassi antitrombotica
è giustificato dallo stato di compenso del neonato e dall’ assenza
di complicanze (aritmie, trombosi, scompenso). Viceversa riteniamo che
un intervento chirurgico potrebbe essere indicato in presenza di significativa
sintomatologia clinica (scompenso, aritmie ventricolari non controllabili
terapeuticamente).