Negli ultimi 15 anni si è affermata la convinzione che il determinarsi di embriopatia e fetopatia nei figli di donna diabetica, dipenda dal controllo metabolico della madre rispettivamente nelle prime 8 settimane dal concepimento e nella II metà della gravidanza, e secondo alcuni autori anche nell’immediato periodo preconcezionale.Descriviamo 2 casi di madri adolescenti affette da DMID, in buon controllo metabolico, che hanno partorito rispettivamente una neonata con fetopatia diabetica e una con embriopatia grave, entrambe con severe forme di cardiopatia, allo scopo di individuare epoca e fattori determinanti nell’insorgenza delle malformazioni suddette.
Caso 1: D.M., 16 anni, affetta dall’età
di 8 anni da DMID, da sempre in discreto controllo metabolico (nell’ultimo
anno HbA1C media = 8%, v.n.3,7-6,7%), rivelava la gravidanza a 20 settimane,
quando l’HB1AC era 7,5%. Sottoposta a regime insulinico intensivo presentava
un progressivo miglioramento del controllo glicemico (HB1AC nel III trimestre
6,5% - range 6,2-6,9). Partoriva a 36 settimane con T.C. una neonata LGA
(3.650 gr), con lieve asfissia, tachipnea, subcianosi, ipoglicemia transitoria.L’ecocardiografia
B-MODE e doppler mostrava una Cardiomiopatia Ipertrofica (CMPI)
con ispessimento delle pareti di entrambi i ventricoli e del setto interventricolare,
con moderata ostruzione all’efflusso dal VS (delta 40 mm di Hg). Veniva
dimessa all’età di 20 giorni in buone condizioni cliniche. Controlli
ecocardiografici mensili mostravano una progressiva regressione della CMPI
con completa scomparsa a 8 mesi di vita.Caso 2: N.C., 15 anni, affetta
da DMID dall’età di 10 anni, ha presentato sempre un equilibrio
metabolico scadente (HB1AC media nell’ultimo anno 9,1%), tranne che nel
controllo precedente la gravidanza (HB1AC 8%). A 45 giorni di amenorrea,
venne diagnosticata la gravidanza, l’HB1AC era 7,5%. Sottoposta a severo
regime insulinico, l’HB1AC si mantenne tra 5,7 e 6,6%. Partorì a
36 settimane con T.C. una neonata del peso di 2.560 grammi. Già
in 22° settimana un’ECO strutturale rivelava numerose malformazioni
del feto, confermate alla nascita. La piccola era portatrice di isomerismo
sn, Cardiopatia Complessa (atrio unico, ampio difetto interventricolare,atresia
della polmonare con circolazione polmonare dipendente da un dotto arterioso
tortuoso) con milze soprannumerarie e atresia duodenale. La mappa cromosomica
era normale. Veniva sottoposta a 20 giorni di vita ad intervento di shunt
sistemico polmonare, tipo Blalock modificata, ha presentato insufficienza
ventilatoria ingravescente e sepsi da stafilococcoaureo per cui è
deceduta all’età di 45 giorni. Conclusioni: 1)Il determinarsi
di malformazioni nonostante il mantenimento di un buon controllo glicemico
durante la gravidanza e nel caso 1 anche nel semestre precedente, sembra
confermare l’osservazione che non c’è chiara relazione fra controllo
materno durante l’organogenesi e malformazioni fetali. 2)Probabilmente
la responsabilità delle alterazioni del concepito, deve rintracciarsi
in squilibri del controllo metabolico così brevi, nella gravidanza
o in epoca immediatamente precedente, da non essere completamente riflessi
nel valore dell’HB1AC, per cui sarebbe auspicabile poter ricorrere a qualche
parametro più duttile, quale forse potrebbe essere la fruttosamina.
3)La gravidanza nelle donne diabetiche va pianificata al fine di poter
instaurare un rigoroso controllo del diabete materno almeno un trimestre
prima del concepimento. 4)Adeguata sensibilizzazione delle adolescenti
sulla necessità di programmare un giorno le gravidanze.