L’ostruzione da iperplasia miointimale di protesi
endovascolari (stents) è un fenomeno frequente, e che costituisce
uno dei motivi principali di fallimento a distanza della procedura. La
presenza di particolari condizioni emodinamiche, quali per es. quelle presenti
nella Fontan, facilita inoltre la formazione di "peel" con aggravamento
della stenosi. Tale fenomeno è stato sempre posto come conseguenza
dello stimolo e dalla lesione endoteliale diretta causata dalla protesi
all’interno del vaso. Per verificare
questa ipotesi sono stati sottoposti ad impianto chirurgico di manicotto
rigido perivascolare carotideo 11 conigli New Zealand (peso Kg. 6.5±1.3),
riproducendo la rigidità meccanica indotta sul vaso dallo stent,
ma in assenza di lesione endoteliale diretta. L’emodinamica all’interno
del vaso è stata controllata con profilometro real-time multi-gate
Doppler e con ecografie a intervalli regolari. Dopo 14 giorni, il manicotto
è stato rimosso e, dopo un ultima valutazione emodinamica a vaso
scoperto, sono state prelevate sezioni vascolari per studio morfologico
e istologico. La carotide controlaterale, indenne, è stata usata
come controllo. In tutti i casi è stata rilevata una importante
ostruzione dovuta ad iperplasia miointimale a partenza dalla sede di impianto
e che si estende distalmente al segmento manipolato. Il monitoraggio Doppler
ha dimostrato un progressivo aumento della velocità di flusso nel
vaso trattato rispetto al controlaterale di controllo (Vmax 1.1±0.3
m/sec. vs. 0.5±0.3 m/sec., p<0.01) che seguiva ad una vasocostrizione
iniziale (dovuta alla manipolazione perivascolare) e che aumenta progressivamente
nel tempo, consensualmente alla formazione neomiointimale. L’evento dinamico
di vasocostrizione iniziale, probabilmente dovuto al rilascio di endoteline,
viene pertanto seguito da un definitivo stimolo alla proliferazione, in
assenza di lesione endoteliale diretta. Nella stenosi a distanza di
protesi endovascolari sono coinvolti fattori meccanici e fluidodinamici
indipendenti dalla lesione cellulare indotta dal contatto con la protesi,
ma conseguenti alle alterazioni meccaniche di parete (wall shear stress).
Le modifiche del flusso ematico influiscono anche sul tratto vasale distale
alla zona sottoposta ad impianto, confermando la assenza di artefatti dovuti
alla manipolazione chirurgica. La ricerca di nuovi materiali per gli stents
deve considerare, oltre alle caratteristiche di interazione biologica,
anche le proprietà meccaniche che la protesi dovrà assumere.