Fattori fluidodinamici nell’ostruzione tardiva di protesi endovascolari
 R.Formigari, M.Grigioni*, G.Marano*, C.Daniele*, S.Palazzesi*, L.Ballerini
Ospedale "Bambino Gesù", Istituto Superiore di Sanità*; Roma

 L’ostruzione da iperplasia miointimale di protesi endovascolari (stents) è un fenomeno frequente, e che costituisce uno dei motivi principali di fallimento a distanza della procedura. La presenza di particolari condizioni emodinamiche, quali per es. quelle presenti nella Fontan, facilita inoltre la formazione di "peel" con aggravamento della stenosi. Tale fenomeno è stato sempre posto come conseguenza dello stimolo e dalla lesione endoteliale diretta causata dalla protesi all’interno del vaso. Per verificare questa ipotesi sono stati sottoposti ad impianto chirurgico di manicotto rigido perivascolare carotideo 11 conigli New Zealand (peso Kg. 6.5±1.3), riproducendo la rigidità meccanica indotta sul vaso dallo stent, ma in assenza di lesione endoteliale diretta. L’emodinamica all’interno del vaso è stata controllata con profilometro real-time multi-gate Doppler e con ecografie a intervalli regolari. Dopo 14 giorni, il manicotto è stato rimosso e, dopo un ultima valutazione emodinamica a vaso scoperto, sono state prelevate sezioni vascolari per studio morfologico e istologico. La carotide controlaterale, indenne, è stata usata come controllo. In tutti i casi è stata rilevata una importante ostruzione dovuta ad iperplasia miointimale a partenza dalla sede di impianto e che si estende distalmente al segmento manipolato. Il monitoraggio Doppler ha dimostrato un progressivo aumento della velocità di flusso nel vaso trattato rispetto al controlaterale di controllo (Vmax 1.1±0.3 m/sec. vs. 0.5±0.3 m/sec., p<0.01) che seguiva ad una vasocostrizione iniziale (dovuta alla manipolazione perivascolare) e che aumenta progressivamente nel tempo, consensualmente alla formazione neomiointimale. L’evento dinamico di vasocostrizione iniziale, probabilmente dovuto al rilascio di endoteline, viene pertanto seguito da un definitivo stimolo alla proliferazione, in assenza di lesione endoteliale diretta. Nella stenosi a distanza di protesi endovascolari sono coinvolti fattori meccanici e fluidodinamici indipendenti dalla lesione cellulare indotta dal contatto con la protesi, ma conseguenti alle alterazioni meccaniche di parete (wall shear stress). Le modifiche del flusso ematico influiscono anche sul tratto vasale distale alla zona sottoposta ad impianto, confermando la assenza di artefatti dovuti alla manipolazione chirurgica. La ricerca di nuovi materiali per gli stents deve considerare, oltre alle caratteristiche di interazione biologica, anche le proprietà meccaniche che la protesi dovrà assumere.



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