Negli adulti con cardiomiopatia sono state descritti diversi
tipi di anomalie del sistema nervoso autonomico (SNA) mediante analisi
dell’Heart Rate Variability (HRV). Abbiamo studiato 19 soggetti con Cardiomiopatia
Dilatativa (CMPD) (12 maschi; età 9.6±6 anni; follow-up:
2±1.8 anni), 10 soggetti con Cardiomiopatia Ipertrofica (CMPI) (5
maschi; età 10±3 anni; follow-up: 3.5±3 anni) e 13
controlli (7 maschi; età 10±3 anni). Non esistevano differenze
nei gruppi per età, sesso e durata del follow-up. Tutti i soggetti
sono stati sottoposti ad una ecocardiografia, un Holter con analisi dell’HRV.
Sono stati valutati quattro parametri nel dominio del tempo: media degli
intervalli RR (RR), deviazione standard dell’RR (SD), radice quadrata della
media della somma delle differenze di intervalli RR adiacenti (rMSSD),
percentuale delle differenze>50 msec di intervalli RR adiacenti (pNN50);
e quattro parametri nel dominio di frequenza: potenza totale dello spettro
(PT), Low frequency (LF), High Frquency (HF) ed il rapporto LF/HF.Tutti
i soggetti erano in ritmo sinusale stabile ed al momento dello studio non
assumevano farmaci in grado di influenzare l’HRV. Nelle CMPD sono stati
evidenziati valori ridotti della Frazione di Accorciamento (22±10
vs 33±6;p=0.02) e valori aumentati del Wall Stress (109±42
vs 50±24;p=0.005) rispetto alle CMPI. Nelle CMPD i parametri dell’HRV
erano significativamente ridotti rispetto alle CMPI ed ai controlli : SD
(40±27 vs 66±32 vs 70±17 msec;p=0.005), rMSSD (30±22
vs 54±23 vs 55±17 msec; p=0.003), pNN50( 10±9 vs 24±12
vs 29±12 %; p=0.0003), TP (27±17 vs 46±26 vs 47±13
msec; p=0.008), LF(17±10 vs 28±16 vs 29±8 msec; p=0.009),
HF (11±8 vs 23±15 vs 23±8 msec; p=0.003). Il rapporto
LF/HF era sgnificativamente aumentato (1.6±0.4 vs 1.3±0.3
vs 1.3±0.2; p=0.03). L’analisi delle variazioni circadiane dei parametri
di frequenza conferma la riduzione significativa dell’HRV nelle CMPD rispetto
alle CMPI ed ai controlli. Queste differenze sono particolarmente evidenti
nelle ore notturne. Abbiamo poi valutato nelle CMPD e nelle CMPI l’influenza
sull’HRV di alcune variabili quali: familiarità, sintomi e l’evoluzione
della patologiaNelle CMPD non sono emerse correlazioni tra queste variabili
ed i parametri dell’HRV. Nelle CMPI i pazienti sintomatici rispetto ai
pz asintomatici presentavano una riduzione significativa di tutti i parametri
studiati: SD(p=0.03), pNN50 (p=0.02), rMSSD (p=0.01), TP (p=0.01), LF(p=0.02),
HF (p=0.008). In questi due gruppi non si avevano differenze degli indici
di funzionalità sistolica e per lo spessore parietale. Inoltre nei
pz con CMPI ed evoluzione sfavorevole si trovavano valori significativamente
ridotti di SD(p=0.03), pNN50(p=0.05), rMSSD(p=0.05). In questi due gruppi
non ci sono differenze degli indici di funzionalità sistolica e
dello spessore parietale. Conclusioni:Nei pz con CMPD si evidenzia una
notevole riduzione della variabilità cardiaca (SD e TP) e soprattutto
del tono vagale (riduzione di rMSSD, pNN50, HF e l’aumento di LF/HF). Questa
riduzione è ancora più accentuata durante la notte. Queste
alterazioni nelle CMPD non sono correlate ai sintomi ed al tipo di evoluzione.
Nei pz con CMPI il SNA non appare alterato rispetto ai controlli eccetto
che si proceda a stratificare i soggetti studiati; si osserva, allora,
una riduzione importante della variabilità cardiaca globale e del
tono parasimpatico.