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E' ANCORA GIUSTIFICABILE NEI PICCOLI DIPARTIMENTI L'INTERVENTO DI INVERSIONE ATRIALE NELLA CURA DELLA TRASPOSIZIONE DELLE GRANDI ARTERIE?

S. Conte, J. Ramsøe Jacobsen*, M. Helvind, P. Lauridsen, G. Pettersson

Istituto di Cardiochirurgia, Rigshospitalet, Università di Copenhagen, Danimarca; *Istituto di Cardiologia Pediatrica, Rigshospitalet, Università di Copenhagen, Danimarca

Sebbene oggigiorno l'intervento di switch arterioso sia considerato come il trattamento di scelta nella cura della trasposizione delle grandi arterie (TGA), rimane da stabilire se esso sia riproducibile con buoni risultati anche in piccoli centri. Alcuni preferiscono tuttora l'intervento di inversione atriale, a causa dei deludenti risultati iniziali ottenuti con lo switch. Insoddisfatti dei nostri risultati a medio termine con l'intervento di Mustard, in Aprile 1992 abbiamo adottato l'intervento di switch arterioso. Da allora, 39 pazienti sono stati operati con tale tecnica (10/anno). Furono trattati 27 pazienti con TGA semplice, 8 con TGA e DIV e 4 con cuore di Taussig-Bing e coartazione aortica. Le mediane di etá e peso all'intervento furono rispettivamente 7 giorni e 3.5 kg. In 34 pazienti l'intervento fu praticato in epoca neonatale. In base alla classificazione coronarica di Planché in 21 casi le coronarie furono di tipo I, in 4 di tipo II ed in 14 di tipo III. La mortalità ospedaliera é stata 2.6% (n=1, intervallo di confidenza del 70% = 1-8%). L'unico decesso fu in relazione ad un problema coronarico. Da quando fu adottata l'ultrafiltrazione modificata a fine CEC, la permanenza postoperatoria in terapia intensiva si é ridotta da 5±4 giorni (n=21) a 2±1 giorno (n=17) (p<0.05).Tre pazienti sono stati rioperati per chiusura di DIA e/o DIV residui. Il follow-up medio é stato di 26±15 mesi. Tutti i pazienti crescono bene e attualmente non ricevono alcuna terapia, eccetto un paziente in trattamento con digitale e diuretici a seguito di un'iniziale insufficienza cardiaca di origine ischemica. Malgrado il numero dei casi presentati sia alquanto limitato, gran parte delle possibili anomalie coronariche ed associazioni anatomiche complesse furono trattate con successo. Ciò suggerisce che l'intervento di switch arterioso può eseguirsi con buoni risultati anche in piccoli dipartimenti. Sebbene sia più probabile che piccoli centri abbiano curve di apprendimento più difficili, una mortalità ospedaliera intorno a 8% sarebbe ancora un buon risultato qualora paragonato ai risultati a distanza comunemente ottenuti con l'intervento di inversione atriale.